BOLSENA LA CITTA’ DEL MIRACOLO EUCARISTICO
Bolsena è la bellissima cittadina che dà il nome all’omonimo lago sulle cui sponde sorge fin da epoca preistorica come testimoniano i resti di un insediamento di palafitte, risalente a tremila anni orsono, di cui sono state rinvenute tracce nella zona del Grancaro, lungo la costa tra Bolsena e Montefiascone. Quello di Bolsena è il lago di origine vulcanica più grande d’Europa e il quinto più grande d’Italia, con una superficie di 113 chilometri quadati ed una profondità massima che raggiunge i 151 metri. Il lago è solcato da due isole, la Bisentina che si trova a tre chilometri di distanza da Capodimonente e la Martana a due chilometri da Marta. Una terza è stata coperta dall’innalzamento delle acque in epoca arcaica. Le isole sono entrambe di proprietà privata e la Bisentina è recentemente tornata ad essere visitabile. Entrambe si sono formate circa 130 mila anni fa e rappresentano i residui di due coni eruttivi subaquei. Bolsena è conosciuta come la città del miracolo eucaristico a causa dell’evento prodigioso avvenuto nel 1263. Mentre un sacerdote boemo di nome Pietro da Praga stava celebrando la messa, al momento della consacrazione l’ostia avrebbe sanguinato. L’evento fu immortalato da Raffaello nel 1512 nel celebre affresco della Messa di Bolsena ed è ricordato da un’epigrafe latina apposta nel luogo del miracolo. Il pontefice, allora, inviò a Bolsena il vescovo di Orvieto per verificare la veridicità del racconto e per recuperare le reliquie. Urbano IV dichiarò la soprannaturalità dell’evento e, per ricordarlo, l’11 agosto 1264 estese a tutta la Chiesa la solennità chiamata Corpus Domini.
SANTA CRISTINA
A Bolsena il culto di santa Cristina ha tradizioni molto antiche ed è tuttora molto sentito. La figura di Cristina è attestata dalla tradizione nel quarto secolo dopo Cristo quando sarebbe stata martirizzata nei contesto delle persecuzioni anti cristiane dell’imperatore romano Diocleziano. Uccisa dal padre a causa della sua conversione al cristianesimo, il suo corpo venne recuperato ed è attualmente venerato nel sepolcro collocati sotto la basilica che dalla santa prende il nome, all’interno di una vasta catacomba sotterranea dove il suo culto si era diffuso già dopo la sua martirizzazione. Ogni anno, la solennità di Santa Cristina viene celebrata a Bolsena in quella che è la più importante festa del paese in un clima di devozione e di identificazione della comunità con la figura della santa. La festa è caratterizzata, il giorno della vigilia, dalla celebrazione dell’Eucaristia sulla tomba della martire nella grotta, per l’occasione riccamente addobbata di fiori, e dall’ antichissima rappresentazione dei “Misteri” sulle piazze della città, con la quale i concittadini di Cristina rivivono e fanno rivivere la leggendaria passione della martire bambina.
LA ROCCA MONALDESCHI
l’imponente castello che domina il paese è la rocca Monaldeschi, realizzata in tempi diversi tra l’anno Mille ed il 1300, periodo in cui Bolsena fu sotto il controllo dei famiglia orvietana dei Monaldeschi, ramo della Cervara. Ai giorni nostri, il castello ospita il museo territoriale del lago di Bolsena che racchiude un ricco patrimonio archeologico e storico mentre al piano inferiore si può visitare un acquario di acqua dolce in cui si possono vedere le varie specie ittiche del lago oltre ad avere preziose informazioni sulla origine vulcanologica del territorio. La rocca, intorno alla quale si sviluppa il bellissimo e caratteristico quartiere del castello, è anche anche un suggestivo punto di osservazione per poter godere la vista del magnifico lago.
LE ISOLE
L’isola Bisentina e l’isola Martana costituiscono le due perle del lago e rappresentano scrigni di storia, leggende e ricchezze artistiche. La maggiore, la Bisentina, è inoltre tornata recentemente ad essere visitabile e ciò ha contribuito ad arricchire l’offerta turistica del lago con un appuntamento da non perdere. A nobilitare la Bisentina, già abitata in epoca etrusca e a farne un luogo di prestigio per gli incontri di famiglia, furono i Farnese. Nel Rinascimento la nobile famiglia concesse l’isola ai frati francescani. In questo periodo venne trasformata in una sorta di luogo sacro con una via Crucis che si svolgeva nel punto più alto dell’isola, identificato come il monte Tabor, con la cappella del crocifisso di Benozzo Gozzoli che rappresentava il Golgota, con il tempietto di santa Caterina che era il monte Sinai e con la chiesa di fronte al lago che rappresentava l’orto del Getsemani. Ad attribuire un valore sacro all’isola erano stati, del resto, già etruschi che la consideravano l’omphalos, ovvero il baricentro sacro, del loro territorio. Su uno sperone di roccia, nella parte occidentale, si trova una colossale statua raffigurante un leone che venne scolpita come omaggio nei confronti di papa Leone X Medici che vi venne in visita ai Farnese nel 1517. Una delle tante leggende che riecheggiano in questa zona vuole che all’interno della Bisentina si trovi uno degli accessi al mondo sotterraneo di Agarthi. La leggenda di Agarthi, collegata alla teoria della “terra cava”, elaborata nel 1600 da uno scienziato del calibro di Edmond Halley scopritore dell’omonima cometa, racconta che al centro della terra ci sia un regno evoluto popolato da una civiltà pacifica e particolarmente avanzata che vive a contatto con entità aliene.
https://www.isolabisentina.org/
LA MARTANA
LA STRADA DI AMALASUNTA
L’isola Martana, così come la Bisentina e il lago stesso, ha da secoli alimentato vari misteri e leggende tra la popolazione locale. Una di queste riguarda proprio la regina Amalasunta: alcuni pescatori di Marta, mentre lavorano sul lago, raccontano che durante le giornate di forte tramontana, vicino l’isola Martana, sia possibile ancora udire le urla strazianti di Amalasunta e che nelle notti di luna piena il suo fantasma si aggiri tra le acque e le rocce intorno l’isola.
Secondo alcuni studi, l’isola Martana costituiva anticamente un promontorio collegata alla terraferma tramite una striscia di terra e le ultime rilevazioni subacquee sembrerebbero confermare tale ipotesi. A questa presunta striscia è stato dato il nome di “strada di Amalasunta” in quanto si ipotizza che la regina dei Goti la utilizzasse frequentemente per recarsi sulla sponda meridionale del lago, la leggenda aggiunge il particolare che lo avrebbe fatto alla guida di una carrozza d’oro trainata da cavalli.
IL PARCO DI TURONA
A cinque chilometri da Bolsena in direzione di Montefiascone si trova il Parco archeologico naturalistico di Turona. Il parco rappresenta il tipico aspetto collinare che ricopre i monti Vulsini nell’alto Lazio: nei boschetti e i corsi d’acqua in cui è possibile incontrare diffusamente le specie arboree ed arbustive come: il carpine, l’ornello, il ligustro, la ginestra, il caprifoglio, l’olmo, il sambuco, il corniolo, la rosa canina, il nespolo, il rovo ed il sorbo.
Il parco è attraversato dai fosso Turona e Arlena che lo delimitano e si snodano lungo il loro percorso con le famose cascatelle. Il fosso Arlena trae origine dalle sorgenti naturali del Bucine le cui acque sono drenate fino al lago. Nel Parco vivono specie tipiche dei monti Volsini, alcune rare, altre completamente assenti nel circondario. Da segnalare sono l’airone cinerino ed il merlo acquaiolo, la rana verde e la rana dalmatina e la raganella, gli ormai rari granchi, le anguille che risalgono dal lago e qualche trota. Inoltre lungo le pendici di un colle minore, detto della Capriola, è stata rinvenuta un area sepolcrale da cui sono stati portati alla luce numerosi reperti relativi agli arredi funerali oggi esposte presso il Museo territoriale del lago di Bolsena. Tra i boschi dei cerri del parco c’è anche un bellissimo percorso da percorrere in mountain bike.
https://www.visitbolsena.it/cosa-fare/parco-turona.asp?Lang=it
Numeri utili
Ufficio turistico: Tel.: 0761/799923 – Fax. 0761/796056 – WhatsApp
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